mercoledì 15 ottobre 2014

#iostocondonluca


La storia è questa: c'è un prete che accetta di ospitare una famiglia (due ragazzi giovani, con due bambine piccole e la nonna anziana a cui hanno amputato una gamba) facendoli abitare in due roulotte sistemate all'interno di un cortile facente parte degli ambienti parrocchiali e prendendosi cura di loro insieme ai parrocchiani volenterosi.  Questo accade già da un po' di tempo.  Poi c'è una consigliera comunale che ha deciso di denunciare il prete alla Procura per il semplice motivo che questa cosa di ospitare delle persone nelle roulotte andrebbe contro una legge regionale. Sull'argomento ovviamente si è acceso un interessante dibattito nei social network, c'è chi è solidale col prete e lo fa principalmente tramite l'hashtag #iostocondonluca e chi è contro o meglio in realtà nessuno dice di essere apertamente contro il prete, lo critica solo perché sta facendo una cosa contro la legge e per questo va punito anzi ad essere punito dovrebbe essere il sindaco che non sta facendo rispettare quella legge (nota a margine: a primavera ci saranno le elezioni amministrative e l'opposizione o meglio le opposizioni,  perché in campo ci sono già almeno 5 candidati sindaci più l'attuale, hanno preso la rincorsa per la campagna elettorale molto lunga). La cosa curiosa è che tra chi critica il prete ci sono persone dichiaratamente credenti che lo accusano di essere in combutta coi cattocomunisti mentre a sostegno si trovano persone non proprio chiesaiole, c'è anche chi in un impeto di genialità è stato capace di affermare che un prete deve compiere la sua missione nel rispetto prima della legge poi della dignità umana ed in ultimo dei valori della chiesa. Oh! a me sembrava che doveva funzionare al contrario ovvero che per un prete prima vengono i valori della chiesa (che poi sarebbero insegnati da Gesù Cristo nel Vangelo), poi quelli della dignità umana (ma questi dovrebbero valere per chiunque) infine deve essere ligio alla legge del posto in cui abita, una legge che potrebbe anche essere non conforme o addirittura contraria ai primi due presupposti e nel caso un prete ha il dovere morale di essere un fuorilegge fino al punto di accettarne le conseguenze che in situazioni estreme si chiama martirio, ma non mi pare sia il caso di una legge regionale che secondo me potrebbe essere considerata in contrasto o perlomeno subordinata agli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana. Il fatto che ci sia gente che al solo leggere la parola zingari dà libero sfogo a tutto il pregiudizio razzista di cui è dotato resta ai fini della storia marginale.