lunedì 31 gennaio 2011

la fine dell'inizio

(se il buon giorno si vede dal mattino...)



Gennaio finisce oggi, io questo mese ho provato a fare una cosa che non avevo mai tentato prima d'ora, cioè scrivere almeno un post al giorno, trovare qualcosa da dire per 31 volte di seguito non è stato facile perciò a volte ho dovuto rifugiarmi in certi stratagemmi, comunque questo mese per chi se le è perse le cose dell'Aldo mondo sono state:
il toro e la luna segno raffigurante un toro (segno zoodiacale per niente casuale) che intende raggiungere la luna (meta alta e simbolica) attraverso una strada costeggiata da spade piantate a terra come croci a rappresentare le difficoltà da superare sono contro pensiero sulla religione e il suo ruolo nel rapporto conflittuale tra le genti altro giro altra corsa scorcio sul particolare di una giostra  brucio segno raffiugurante una figura umana le cui pelle si sgretola e cade sotto l'effetto di un incendio, la passione che brucia 7 personale ricordo sui tempi passati che improvvisamente ritornano la gabbia segno raffigurante un uccello dalle caratteristiche mannare rinchiuso in gabbia, il bisogno di libertà che se non concessa subito si trasforma in violenza da qui messere si domina la valle scorcio dall'alto di Monte Mauro quando un nome non è del tutto casuale personale riflessione sul mio nome nel giorno del mio onomastico it-alia pensiero sul nome che sembra possa prendere il nuovo partito di Berlusconi sulla riva del fiume s'attende segno ispirato dal famoso proverbio cinese, un uomo nella posizione del loto è seduto su una terra rossa ( 1°chakra) guarda un fiume azzurro (4° chakra) sullo sfondo viola (7° chakra) 7 (numero che ricorre in numerose occasioni) alberi spogli (l'essenza della vita) lanciato a bomba scorcio sulla locomotiva del parco di Faenza segnali dal sottobosco pensiero in seguito al referendum a Mirafiori le mie 5 strane abitudini vecchio post perchè quel giorno non sapevo cosa dire, evidentemente la verità pensiero sulla fidanzata di Berlusconi tagliamogli la testa!scorcio sul Perseo e Medusa a Firenze, ma ogni riferimento del titolo non è casuale il primo colpo va sparato qui segno ispirato alla canzone Il Partigiano John, perchè i tempi lo richiedono paperone pensiero sul rapporto ricchezza e generosità like a lion scorcio della fontana di Faenza la mi porti un bacione personale ricordo della breve gita a Firenze la leggenda dei codardi coraggiosi racconto scritto un tempo inserito in un contesto e qui estrapolato e riadattato per renderlo sufficiente a se stesso l'occhio che vola segno della serie l'occhio che ...
delega pensiero su modi di agire seconde me importanti nella vita palloncini da sogni segno raffigurante persone che sedute su palloncini rossi volano via, il bisogno di fuggire con la fantasia altrove walk like an egyptian pensiero sui recenti fatti d'Egitto dietro le quinte personale rimembranza sui tempi passati il cui ricordo riaffiora in particolarei occasioni, inoltre 4 pezzi del racconto "e viaz" e il tradizionale cuore d'inizio mese.
A Febbraio che si annuncia corto e intenso so già che scriverò molto meno.

domenica 30 gennaio 2011

dietro le quinte

(ma che piacevole sorpreeeesa!)
C'è stato un tempo in cui ho fatto teatro, in maniera più che amatoriale, mi divertivo con dei miei amici a recitare e a volte anche a scrivere i testi che mettevamo in scena.
La cosa non è durata molti anni per vari motivi, la difficoltà a trovare un posto dove provare, la difficoltà a trovare gente disponibile con cui condividere lo stesso progetto e poi io non è che sia mai stato un animale da palco, mi son sempre trovato più a mio agio dietro le quinte.
In quel periodo quando c'era l'occasione si andava volentieri a teatro per assistere alle recite delle altre compagnie teatrali e ce n'erano molte soprattutto formate da amici un po' più grandi e bravi che hanno continuato su quella strada affermandosi anche ad alti livelli.
Mi è tornato in mente quel periodo della mia vita proprio ieri mentre nella biblioteca San Genesio della Casa Lyda Borelli per artisti a Bologna assistevo a un incontro organizzato da Amnesty International con Alessandro Gassman e la sua Compagnia Teatrale.

sabato 29 gennaio 2011

walk like an egyptian


(siamo pronti?)

Grecia, Algeria, Tunisia, Albania, Egitto,...
non sono poi così distanti, la rivolta ci gira attorno e prima o poi dovrà attraversare il mare e sbarcare
su queste rive, quando accadrà e non passerà molto tempo, la botta sarà molto forte e scombussolerà tutto.
Ocio c l'ariva!

giovedì 27 gennaio 2011

e viaz

(32)

Della doppia vita del padrone di casa nessuno dei tre nuovi inquilini si era accorto finché una notte mentre si erano appena addormentati sentirono provenire dal piano di sotto un gran frastuono e delle urla, vestiti in tutta fretta e scesi le scale per raggiungere l'uscita trovarono quattro energumeni mentre attorniavano l'anziano padrone di casa che nella fretta si era dimenticato di togliersi il cappello a punta e il camice nero che indossava sempre durante i suoi esperimenti nel laboratorio subferramenta.
I quattro energumeni non sembravano particolarmente minacciosi nei confronti dell'anziano, anzi tutti cinque tenevano ben saldi nella mano la loro lattina di birra e le urla a una distanza minore si rivelarono più che altro le risate sguaiate che si alternavano ai rutti, in particolare quelli di uno tra gli energumeni, rutti non normali ma particolarmente speciali e potenti.
Pavol, Julius e Aziz restarono interdetti davanti a quella scena il tempo sufficiente per essere scorti dal loro padrone di casa che per niente preoccupato di farsi vedere in quella mise li invitò lesto ad aggiungersi alla combriccola.
Fecero allora conoscenza con il figlio maggiore del ferralchimista e con i suoi tre amici e compagni di squadra, il figlio si chiamava Libero Budellazzi ma da tutti era soprannominato Arlòt.

mercoledì 26 gennaio 2011

delega

(ciò che è per me)
Quando si delega a un'altra persona lo si fa perchè di quella persona ci si fida quindi le si permette di agire secondo un suo metodo e una sua etica.
Oppure lo si fa perchè non si ha voglia di occuparsene direttamente allora in quel caso sarebbe meglio meditare sull'opportunità di intraprendere o continuare certe azioni.

lunedì 24 gennaio 2011

la leggenda dei codardi coraggiosi

(vecchio racconto)


Un tempo la Terra era un grande campo di battaglia, nessuna tribù che combatteva riusciva a sopraffare le altre, per molti anni l’odio e il terrore la fecero da padroni, quella fu chiamata l’ epoca del fuoco. Mentre le tribù continuavano a combattersi l’una contro l’altra senza esclusione di colpi, la tribù che a quel tempo pareva la più potente decise di allearsi con le tribù più vicine, promettendo protezione e aiuto per sconfiggere insieme le altre tribù. Per riuscire a far ciò cominciarono a scambiarsi favori, le battaglie di una tribù divennero le battaglie di tutte le tribù alleate, che forti della forza d’unione sconfiggevano con rapidità impressionante il nemico. Avvenne così che anche le tribù non alleate decisero in tutta fretta di unirsi pere affrontare alla pari ogni battaglia. Le due alleanze contrapposte divennero talmente potenti che nessuna della due s’arrischiava di dare inizio alla tenzone, per cui per molti anni i due eserciti si controllarono a vicenda lasciando tutti quanti sotto il mantello scuro dell’angoscia e della precarietà, quella fu chiamata l’epoca del ghiaccio. Ma quella situazione ristagnante tra le due alleanze stava nascondendo una ferita interna a entrambi che si ampliava lentamente, infatti, mentre i potenti e i ricchi delle due fazioni contrapposte, segretamente dal popolo, cominciarono a scambiarsi informazioni e favori, contemporaneamente scavavano un baratro invalicabile tra loro e la gente più umile che nell’epoca del fuoco aveva combattuto con coraggio ogni battaglia, fianco a fianco, povero e ricco. Fu allora che cominciò la leggenda dei codardi coraggiosi, ovvero un gruppo di uomini umili che stanche dei soprusi dei potenti decisero di farla finita a modo loro. Il loro capo era un sordomuto che faceva il mimo ma si era fatto una cultura non comune tra la gente del suo rango frequentando ogni notte la dimora di un certo vecchio della montagna. Capì che combattere sarebbe stato inutile, perché la forza stava coi potenti, allora insieme ai pochi amici decise di partire alla ricerca di un territorio libero. Partirono in pieno giorno portandosi con se i pochi averi, chiedendo a tutti quelli che incontravano se volevano unirsi a loro, la gente, in principio li guardò con curiosità benigna e alcuni si unirono a loro con entusiasmo, ma appena i potenti seppero di ciò che stava avvenendo, emisero un proclama in cui si dichiarava codardi coloro che fuggivano la loro giusta situazione e passibili di rappresaglia essi e chiunque ne condividesse le aberranti idee, allora anche coloro che ne condividevano la condizione di soppresso e umiliato cominciarono a prendere le distanze dall’idea e considerarono codardi quegli uomini che erravano per la Terra alla ricerca di un territorio libero. Girarono parecchio senza mai trovare ciò che li poteva soddisfare, fu così che decisero di fare umilmente ritorno, sperando in cuor loro che la situazione fosse migliorata, avevano rimasto, ormai, pochissimi giorni di cammino, decisero allora di sostare all’ interno di una vasta foresta, mente si stavano preparando per la notte una fitta nebbia calò trai rami degli alberi. Quella notte tutti fecero il medesimo sogno, sognarono che erigevano una città assolutamente unica e le diedero il nome del luogo in cui la sognarono. Da quel giorno i figli di quegli uomini cominciarono a chiamare coraggiosi i loro padri, perché essi avevano aperto nuove vie e creato dal nulla una città stupenda.

domenica 23 gennaio 2011

la mi porti un bacione

(a Firenze)

Tra le tante cose che mi piacciono nell'abitare in Romagna c'è che in poche ore si riescono a raggiungere luoghi che molta gente  fa migliaia di chilometri in aereo per visitare, mi riferisco in particolare a Firenze.
Infatti oggi poco prima di pranzo io e C. abbiamo deciso di farci un giretto, una vera e propria toccata e fuga di mezzo pomeriggio, con la scusa di farci un giro ben comodi sul trenino che attraversa gli appennini per ammirare i monti coperti di neve tra una galleria e l'altra.
Anche se il nostro intento non era certo quello di fare un giro turistico (ma a Firenze volenti o nolenti alla fine si finisce per fare quello) abbiamo colto l'occasione per visitare bene Santa Maria Novella e Duomo per poi tornare a casa salutati da uno stormo di uccelli che copriva il cielo.
 

venerdì 21 gennaio 2011

Paperone

(olgettivamente)
Tra le tante curiosità del Rubygate ce n'è una particolare, è il fatto che Berlusconi è tanto ricco ma e anche taaaaanto generoso, dicono.
Ecco, esaltare il fatto che uno ricco è anche tanto generoso credo possa avere successo solo se ci si rivolge a chi ha un modo di pensare stereotipato alquanto infantile per cui l'immagine del ricco è quella di Paperon de Paperoni.
Non penso sia difficile considerare che se uno è ricco è tanto generoso perché può permetterselo (a differenza di chi ricco non e dei soldi ha bisogno per campare) e perché gli conviene (a volte un atto di beneficenza aiuta a nascondere qualche malghino all'opinione pubblica) soprattutto se quest'uomo ricco ha scelto di essere anche un uomo politico (echissàmaiperché?) e ha tutto l'interesse a dar di sé l'immagine dell'uomo generoso, ma non lo fa mai disinteressatamente sta comprando dei voti.
Il caso specifico è chiaramente un estremizzazione, qui addirittura ciò che è spacciato per generosità è elargito a spruzzo cioè non va nemmeno a colpire persone che ne hanno realmente bisogno.



mercoledì 19 gennaio 2011

e viaz

(31)

I lavori di ristrutturazione proseguivano a rilento perché a Vallà non sempre c'era il sole e i quattro gatti malvolentieri lasciavano il loro rifugio.
A volte capitava che la pesca fosse particolarmente misera per cui anche il lancio della scatoletta di tonno non sortiva alcun effetto e quella era una mossa da effettuare con un certo riguardo per non destare sospetti da parte dei pescatori e e degli altri lupi di mare che bazzicavano lungo i percorsi del porto.
Solitamente la gente del porto mentre frequentava i moli era abituata a farsi i fatti propri, i luoghi deputati per le chiacchiere e i bisticci erano i bar e le taverne poste nei vicoli che si diramavano verso il centro città, ma Pavol raramente frequentava quegli ambienti preferendo passare le serate insieme a Julius e Aziz nel monolocale che avevano preso in affitto sopra a un negozio di ferramenta gestito da un anziano signore che indossava degli occhiali da vista dalle lenti spesse come fondi di bottiglie.
Il negozio di ferramenta, una piccola bottega dal sapore antico ma tenuta ben in ordine, in realtà era solamente una copertura, infatti dietro al bancone era posta una botola che tramite una scala ribaltabile permetteva di giungere fino ad un laboratorio in cui appena la saracinesca della ferramenta veniva abbassata, si intratteneva fino a notte fonda il' anziano negoziante mentre si dilettava in esperimenti alchemici, possedeva infatti conoscenze esoteriche tramandategli da generazioni in generazioni, un suo avo si dice fosse stato allievo di Trismegisto.

lunedì 17 gennaio 2011

la verità

 (ti fa male lo so)


 La verità è che Berlusconi ha la fidanzata ma lei non lo sa ancora e comunque se risultasse che è moralmente integerrimo i più delusi sarebbero i suoi sostenitori.

domenica 16 gennaio 2011

le mie 5 strane abitudini

(post revival)



questo post è del gennaio 2006, ma più o meno le cose stanno ancora così...
Regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.
1- se ho la possibilità non mi trattengo da fare una carezza sul muso degli animali che incontro e in genere sono loro che fanno specifica richiesta :-).
2- fermarmi al bar a leggere i quotidiani a sbaffo (tranne quello che mi compro...).
3- farmi dei giri in auto, quando sono da solo, la notte, fermarmi a guardare le luci (stelle e lampioni) e pensare...
4- avere tutti "i vizi"...ma riuscire tranquillamente (ognitanto o spesso) a farne a meno.
5- cambiare abitudini nella vita
e adesso tocca a:
chi ha gia fatto questo gioco ma gli sono venute in mente altre 5 sue strane abitudini
chi non ha mai fatto questo gioco ma non vede l' ora di far sapere le sue 5 strane abitudini
chi ha appena aperto un blog e non sa cosa scriverci
chi pensa di chiudere un blog e non ha più nulla da scriverci
chi non leggerà mai questo post e non saprà mai che tocca a lui/lei continuare il gioco

sabato 15 gennaio 2011

segnali dal sottobosco

(dunque...)


Alla fine hanno vinto i Sì solamente grazie al voto di quelli che non sono interessati direttamente alla questione e ai cambiamenti nella vita che essa produce.
Favorevoli e contrari sono praticamente pari con la differenza del fatto per nulla trascurabile che i No sono tutti No convinti mentre almeno parte dei Sì sono dei Sì ricolmi di paura.
Hanno votato quasi tutti.
Tutto questo non significa una relazione diretta con ciò che è successo in un contesto preciso e quello che potrebbe capitare a livello nazionale in una situazione molto più variegata ma qualche segnale dal sottobosco ritengo debba essere percepito.
la pirma cosa da considerare è che se tutti si sentono coinvolti e si fanno una cultura al riguardo (che mai è qualcosa che si improvvisa all'ultimo momento) c'è meno astensionismo e ciò cambia gli equilibri.
Ovviamente ci sarà qualcuno che percepirà questo segnale con timore mascherandolo dietro a uno spesso strato di boria, ma altri dovrebbero considerarlo come un fatto rilevante del quale tener conto nelle scelte future, perché questo fatto è molto più importante e positivo di qualsiasi altra cosa.

mercoledì 12 gennaio 2011

e viaz

(30)

Nello stesso periodo, Pavol Tricheco era tornato stabilmente a frequentare il porto, al molo diciassette era attraccato ormai da alcuni mesi un galeone quasi completamente verniciato di rosso, nessuno era mai riuscito a salirci sopra perché quattro misteriosi gatti dal pelo color sangue come diavoli minacciavano con gli artigli ben in mostra fuori dai cuscinetti chiunque tentasse di avvicinarsi.
Correva nel frattempo tra la gente del porto la fola che la notte dall'interno del Galeone si intravedevano 4 ombre apparentemente umane, tre uomini e una donna tenersi per mano attorno a un tavolino tondo sul quale appariva sospesa una strana sfera verde e luminosa.
Pavol era l'unico a cui era permesso salire sul galeone, ma poteva farlo solo di giorno, quando c'era il sole e mai quando pioveva o minacciava acqua.
C'era un tacito accordo tra lui e i quattro gatti, all'ora stabilita da loro lui doveva trovarsi sul molo e aprire una scatoletta di tonno, quello era il segnale, in fila ordinata per lignaggio i quattro gatti abbandonavano il galeone e si scapicollavano addosso a Pavol che ancora teneva in mano la scatoletta di tonno con la linguetta appena sollevata, bastava una mossa repentina tipo lanciare la scatoletta nel peschereccio a fianco pieno del pesce appena pescato e il gioco era fatto, tre balzi per salire sul galeone, sollevare la passerella che lo collegava alla terraferma e mettersi a lavorare con sega e martello per cambiarne i connotati con una certa tranquillità.
Aveva già ristrutturato quella che era la cabina di Torquato L'unghiato eliminando per cominciare quei pacchiani dagherrotipi che lo ritraevano nel pieno delle di lui gesta e aveva riconvertito la dispensa a sala macchine, sperando un giorno di trovare il motore in grado di smuovere quel galeone che nel progetto di Pavol Tricheco doveva diventare una motonave.

martedì 11 gennaio 2011

it-alia

(orrorificenze)

Dite che una cosa così è possibile?
Può un partito che appunto si riferisce solo a una parte, darsi un nome che rappresenta tutta la nazione?
Che nella Costituzione manchi qualcosa a proposito c'è poco da stupirsi, d'altra parte i padri costituenti all'epoca potevano solo preoccuparsi di evitare che qualcuno avesse l'idea di ricostituire il Partito Fascista, ma che un giorno qualcuno si fosse messo in testa di chiamare un partito, anzi di richiamarlo, pari pari al nome della nazione quello era assolutamente inimmaginabile.
Queste sono le cose che fanno venir solo voglia di tornare indietro al periodo preunificazione e mal che vada darsi alla carboneria o al brigantaggio anarchico.
Se nessuna legge vieta di chiamare un partito Italia lo dovrebbe vietare il buonsenso e il rispetto ma se proprio si vuole usare quel nome lo si affianchi qualcos'altro, perché non si torna al vecchio Forza Italia? O si va a scegliere un Viva Italia? Dai Italia, Vai Italia, Per l'Italia, All'Italia, Con l'Italia, Sull'Italia, Nell'Italia, Dall'Italia, L'Italia s'è Destra,, eccetera, eccetera fino ad arrivare a un chiaro, sintetico e soprattutto sincero It ...ovviamente quello di Stephen King.

lunedì 10 gennaio 2011

quando un nome non è del tutto casuale

(onomastico)
 
Di San Aldo si sa poco, non si sa quando e dove è nato, si sa solo che è sepolto a Pavia,
La tradizione lo indica come un carbonaio e un eremita, sembra possa c'entrare qualcosa con San Colombano e il suo modo di intendere la vita monastica, una via di mezzo tra il cenobio degli orientali e la regola benedettina.
Succedeva che ogni monaco si costruiva la propria capanna dove isolarsi per i momenti di preghiera ma poi usciva anche fuori a lavorare e frequentare la gente comune.
In pratica una vita a stare un po' da soli e un po' con gli altri e, a parte tutta la questione della santità che mi è sufficientemente lontana, è quello che mi piace fare.


venerdì 7 gennaio 2011

7


(giorni)

Sono passati appena 7 giorni di questo 2011 e già il motto degli Skalkagnati "riempi l bicchier che è vuoto, vuota il bicchier che è pieno, non lasciarlo mai vuoto, non lasciarlo mai pieno" è stato ripetuto in 2 occasioni, una cosa che non succedeva da moltissimo tempo, troppo per i miei gusti.
Ritrovarsi è sempre una bella cosa, riconoscersi sempre gli stessi eppure diversi o il contrario il risultato non cambia. 

mercoledì 5 gennaio 2011

e viaz

(29)

Si presentarono alla porta di casa, una mattina di novembre con una nebbia fitta che anche in città non si vedeva a più di tre passi, avevano sentito qualcuno nel mezzo del mercato dei verdurai salutare una tal Maestra Pigna, videro passare una signora grassottella con un tajeur grigio e un buffo cappellino con una piuma rossa in testa.
La videro dirigersi verso uno dei tanti vicoli che si diramavano dalla piazza del mercato, aveva un passo lento ma deciso, nella mano destra una sporta di plastica da cui uscivano ciuffi di sedano e forse qualche altra verdura, nella sinistra un'altra sporta sembrava contenere pane che probabilmente aveva comprato in qualche forno poco tempo prima.
Al campanello della porta c'era scritto Pigna S., a suonare fu Aziz mentre pronto eventualmente a rispondere c'era Julius, si erano messi d'accordo così perché il più vecchio dei due non aveva mica ancora imparato a parlare come facevano tutti gli altri.
Risuonarono al campanello un'altra volta perché alla prima nessuno aveva risposto, questa volta indugiano un po' di più col dito sopra il tasto, si affacciò da una finestra al primo piano la stessa vecchietta che avevano intravisto al mercato.
cosa volete?”
chiese la signora con fare sospetto, non riusciva a vedere molto con quella nebbia solo due figure una più alta e una più bassa, magre e scure, ma nulla di più definibile.
La figura bassa la chiamò
Maestra Pigna?”
Sono io”
rispose, sentendo che a chiamarla era una voce giovane.
C'insegna a leggere?”
una domanda così a bruciapelo spiazzò l'anziana signora, solitamente chi suonava al campanello era qualcuno pronto a vendere le cianfrusaglie più inutili o le sue amiche con cui ogni mercoledì pomeriggio era abituata a incontrarsi per sorseggiare un tè e assaggiare i biscotti che a turno facevano sperimentando di volta in volta nuove ricette e nuovi ingredienti.
L'am a da scusé Sgnora Pigna mo me e e'basterd aj avem propi bsogn d'imparé a lesar e neca a scrivar sus putess”
l'intervento di Aziz servi a sbloccare la situazione, con un rapido gesto della mano la Signora Pigna pigiò un pulsante che fece scattare la serratura della porta d'ingressom Julius a Aziz si precipitarono dentro salendo le due rampe di scala che portavano al pianerottolo su cui si affacciava l'appartamento della Signora Pigna, la porta era semi aperta, dall'interno si sentiva una mazurka proveniente da un vecchio mangianastri, dietro a una cattedra, su cui faceva bella mostra di se un vocabolario e un sussidiario, sedeva austera la Maestra Pigna
Prego entrate pure”
disse con fare deciso a Julius e ad Aziz, i due entrarono guardandosi attorno e attorno le pareti erano ricoperte da Billy stipati di libri, in mezzo alla stanza proprio davanti alla cattedra c'erano due sedie, sulle sedie due sottili libri di fiabe.
Aziz e Julius restarono per qualche attimo in piedi, indecisi sul da farsi, con un cenno la Maestra Pigna li invito a prendere posto sulle due sedie poste in mezzo alla stanza, presero in mano i due libretti rigirandoseli tra le mani senza conoscere il verso giusto col quale si dovrebbe tener un libro, Julius se lo appoggio sulle ginocchia col dorso rivolto verso la cattedra, Aziz forse per una istintiva reminescenza prese tra le mani il suo libretto nella maniera corretta, osservando però le lettere da destra a sinistra.
La Maestra Pigna capì allora che la situazione era molto più disperata di quanto potesse immaginare, forse era stata un po' troppo precipitosa nell'aprire quella porta, decise però di non perdersi d'animo e la prima cosa che fece fu quella di mostrare ai suoi due nuovi alunni il modo corretto con cui si tiene in mano un libro.
Quello fu l'inizio di una serie di lezioni a cui parteciparono Aziz e Julius, lezioni che si tenevano per tre ore ogni pomeriggio subito dopo pranzo, tutti i giorni della settimana tranne la domenica.
Le lezioni finivano sempre quando risuonava il campanello, erano le comari della Signora Pigna che venivano a prendere il tè.
Aziz e Julius avevano imparato che quello era il segnale per togliere il disturbo, si accomiatavano con un leggero inchino e scendevano le scale incrociando ogni volta le anziane signore i cui cuori di donna palpitavano a frequenze diverse se lo sguardo si incrociava a quello del bambino Julius o a quello dell'uomo Aziz.
Ovviamente il primo argomento di conversazione di quel piccolo cenacolo erano le lezioni che la Signora Pigna teneva a quei due.

lunedì 3 gennaio 2011

sono contro

(la necessità del nemico)

L'inizio di questo 2011 invece di farci entrare definitivamente nel XXI° secolo ci sta precipitando in pieno Medio Evo ai tempi delle Crociate.
Probabilmente la tanto decantata Era dell'Acquario, che secondo alcuni dovrebbe portare l'umanità a vivere un periodo di solidarietà, democrazia e fratellanza non è per niente prossima o forse è necessario che ad anticiparla ci sia un periodo particolarmente regressivo e distruttivo.
Sta di fatto che storicamente l'Uomo ha necessità del nemico e ciò che lo caratterizza non è tanto la convinzione della validità delle proprie ragioni ma la certezza che esiste un altro che ha torto e quindi deve essere punito.
L'azione punitiva ha sempre anticipato o ha escluso totalmente l'opera di convincimento basato sul dialogo.
La religione in tutto questo ha la colpa maggiore in quanto è proprio dell'essere religione l'assoluto possedimento della giustezza, non esiste religione che contempla in se il dubbio dell'errore.
Credo però che riflettendoci su ci si possa rendere conto dell'improbabilità di un Dio che nel manifestarsi scelga un determinato popolo, scelga una determinata epoca, che a volte vada a dettare leggi che contrastano con la legge naturale, e gli esempi a cui fare riferimento sono molti, il ché non esclude affatto l'esistenza di Dio e nemmeno la validità delle sue manifestazioni.
Probabilmente bisognerebbe considerare la religione come fatto culturale e tradizionale dalla quale non sono immuni nemmeno i così detti atei che in realtà non esistono o meglio ciò che rifiutano non è Dio ma è la proiezione di Dio provocata dalla religione, generalmente si tratta di quella più vicina alla propria cultura e tradizione perché le altre non si sono mai approfondite ma in fondo l'adesione a una religione è una scelta che non si basa sul porre sui piatti della bilancia i pro e i contro.
Da notare anche la curiosità del fatto che quando immaginiamo eventuali esistenze extraterrestri, pensiamo a pianeti lontani abitati da un unico popolo, governati da un unica entità politica e fedeli a un unico Dio, assolutamente tutto ciò che non è la Terra e non è l'Uomo, forse in tutto questo è proiettato un inconscio desiderio di convergere tutti verso un “punto ideale”.
“Punto ideale” che però ognuno intende essere il proprio provocando in tal modo tutte le babiloniche incomprensioni possibili per cui penso che la situazione ideale si raggiungerà non nel momento in cui tutti saremo d'accordo ma quando riconosceremo la ragione anche nell'altro.