sabato 11 dicembre 2010

chi lo sa che faccia ha, chissà chi è?

(vai col Liscio)

Se una ventina d'anni fa mi avessero raccontato che un giorno avrei passato una bella serata ad ascoltare un gruppo che fa Liscio, colui che mi avesse profetizzato la cosa si sarebbe beccato una sonora risata in faccia, perché io sono uno dei tanti Romagnoli cresciuti tra la terza e la quarta generazione che per principio ha rigettato quella musica che piaceva tanto ai nostri genitori.
Invece ieri sera mi sono trovato nelle sale del Comune di Faenza per ricordare Roberto Girardi in arte Castellina a 10 anni dalla morte e ad ascoltare la sua musica suonata dall'Orchestra Castellina- Pasi...ed eravamo parecchi quelli under 40 a divertirci.
Sicuramente a questo cambio di mentalità non è capitato a caso, il percorso dei gusti musicali che in gioventù mi portava ad allontanare le ricerche verso altri lidi, magari d'oltre oceano, col tempo si è invece radicato nella terra andando a riscoprire tutte quelle musiche popolari e folkloristiche di cui ogni angolo della terra, quindi anche questa, è ricolma.
Ecco credo che la musica usi due strade per arrivare, una è quella che viaggia in superficie e a volte a qualche metro d'altitudine e arriva a chiunque accende una radio o un televisore, è una strada asfaltata, comoda e veloce; l'altra è una strada contorta spesso sotterranea, una strada che diventano tante strade, tanti vicoli che si incrociano tra loro come le ramificazioni di una radice.
A ben ascoltare ci si rende conto che tutte le musiche dei popoli che si affacciano nel bacino del Mediterraneo hanno qualcosa in comune, così come hanno qualcosa in comune le musiche tipiche di tutte quei territori abitati dai popoli Nordici e da chi ne ha ereditato usi e costumi, sicuramente i viaggiatori che percorrevano la Via della Seta oltre alla ricca mercanzia si saranno scambiati anche la cultura musicale fatta di strumenti, ritmi, melodie.
Il Valzer, la Polka e la Mazurka ovvero i balli tipici delle orchestre di Liscio Romagnolo sono evidentemente derivate da una cultura mitteleuropea che molto deve ai Rom provenienti dall'India del Nord ed anche il principio per cui i suonatori di Liscio prendono in mano gli strumenti ovvero quello di far ballare e far divertire la gente è il medesimo delle Gipsy Band di ogni angolo del mondo.
Riascoltare con un'altra predisposizione le svisate di una fisarmonica o di un clarinetto in do non è solo un piacere per le orecchie è qualcosa che percorre tutto il corpo dalla testa ai piedi e ritorno, è qualcosa che fa quasi gridare “A voj 'na dona!” con cui ballare.