venerdì 22 gennaio 2010

e viaz

(20)

Tobia, questo era il nome del pescatore, aveva perso i capelli , l’occhio destro e una parlantina sciolta come un dj a causa di una scommessa persa al bar, diceva sempre che se un giorno avesse incontrato una sirena in mare aperto avrebbe dato l’occhio destro, diceva così perché era ben sicuro di non incontrare sirene in mare aperto, non ne aveva mai incontrate e lui in mare aperto ci viveva tre quarti di un anno , vuoi poi che sbucassero fuori solo quando non c’ era lui?
Fu durante una battuta di pesca al largo di Xilla che udì per la prima volta il canto delle sirene, fu un attimo, Tobia si era già tuffato dal peschereccio e con un perfetto stile a rana stava raggiungendo gli scogli dove due cetacei dai lunghi capelli color marino stavano solfeggiando un protopunk.
Ne rimase talmente turbato che tornò indietro in perfetto stile fatelargocheciòunosqualodietroalculo e senza dire una parola in un minuto nel senso che ce ne mise tre per dirla andò a schiantarsi contro un palo perdendo i sensi per l’impatto e l’ occhio destro per scommessa, quanto ai capelli fu a causa di uno shampoo sbagliato, ma questa è un'altra storia che non la so nemmeno io.
Erano arrivati in mare aperto là dove i merluzzi dorati si sciacquano le pinne ventrali, Tobia cominciò a impartire gli ordini per la pesca e intanto Pavol e Julius cercavano di anticipare gli ordini, così quando tobia ordinava
-f f fuo o o ri llll’ anc c ora!-
Pavol e Julius prepensavano
“fuoco a volontà facciamogli assaggiare l’amaro sapore della polvere da sparo a questi fottuti merluzzi dorati!”
e cominciavano a lanciare petardi a destra e a manca.
Se Tobia diceva
« c c caaaa la t t t elll ere t t ti! »
i due prepensavano
-cavoli ma voi ci siete mai stati a Vallà ? dicono che da quelle parti ci siano certi localini che a una certa ora della notte escono fuori le cameriere con la carta dei vini tatuata sul didietro-
e mettono avanti tutta i motori del peschereccio e se ce ne fosse bisogno aprono le vele e mettono mano ai remi.
Quando poi, Tobia taceva, Pavol e Julius prepensavano
-….-
Approdarono a Vallà un giorno senza sole e Pavol Tricheco andò immediatamente alla ricerca di un suo vecchio amico, il violinista Aziz.
Tobia smise da quel giorno di andare a pescare merluzzi dorati e si fece pescatore di menti, molti anni più in là lo si sarebbe potuto ascoltare mentre teneva dotte conferenze sull’impossibilità della comunicazione audiovisiva tra lo scorfano e il grillotalpa in situazione di tipo A.

sabato 16 gennaio 2010

weekipedia


(Tregedie)


In queste settimane si sono consumati 3 episodi dai risvolti “drammatici”,ovviamente a livelli estremamente diversi però pur sempre di cose spiacevoli si parla:
Juventus- ok, questo non è un dramma ma lasciate sfogare il mio animo da tifoso che ritiene insopportabile che la Signora non ne azzecca più una (quella col Napoli, in coppa, per il momento la catalogo tra le eccezioni che confermano la regola) e le colpe a mio parere sono un po' di tutti: dirigenza, allenatore, giocatori...e anche tifoseria, valà!
Rosarno- da questa lotta tra poveri, tra le tante considerazioni: evidente sfruttamento della manodopera africana, ignoranza e omertà della popolazione locale, forte presenza della N'drangheta, latitanza dello Stato che non previene ma tenta una cura quando il casino è ormai scoppiato, c'è un'atra cosa che si estrapola: la conferma della stupidità, intesa come mancanza di cultura e intelletto, dei Leghisti.
Haiti: non c'è assolutamente nulla da dire, non c'è da cercare il chi, il cosa, il come, il perchè su cui far ricadere la colpa.
Tacere, occhi bassi e in silenzio fare il possibile.

martedì 12 gennaio 2010

e viaz

(19)

“Ciao bambina!”
“Buonagiornata signore anziano coi baffi spioventi e ragazzino dalla pelle nera!”
Finalmente incontrarono qualcuno con cui parlare, si sarebbero sentiti più tranquilli se fosse stato un adulto ma comunque in quei casi non è il caso di fare troppo gli schizzinosi e così Pavul domandò alla piccola se li vicino ci fosse una città, la bambina rimase un attimo ammutolita poi si avvicinò a Julius e prendendogli la mano lo accompagno fino a dieci metri più in là dove c’ era una bicicletta da grandi abbandonata e indicando oltre disse
“Là”
Julius tornò verso Pavol in sella alla Bici con la bimba che gli stava a ruota col suo triciclo
“Questa piccolina qua, dice che si va di là, per trovare una città, noi si va, noi si va! “
e dicendo così prese a pedalare in tutta lena nella direzione indicata dalla bambina.
“Aooooooooooh! E aspetta”
Urlò più forte possibile Pavol mentre provava a salire sul cannone del triciclo per raggiungere Julius.
Ci misero tutta la notte ma alla fine sopraggiunsero a Modunvetdigiù: essa si estendeva oblunga attorno a un largo viale alberato detto Lo Vialone che non era altro che la continuazione dell’ autostrada, sul Lo Vialone si affacciavano case monofamiliari di uno, due o tre piani a seconda della condizione economica degli inquilini, in fondo, posto attorno a una rotonda in mezzo al mare collegata tramite ponte levatoio con il fondo del Lo Vialone si dipanava a mò di raggera il centro comercialculturalmunicipalsportivo di Modunvetdigiù.
Là Pavol e Julius trovarono chi li avrebbe aiutati a tornare a Vallà, era un pescatore calvo, senza un occhio e balbuziente, invitò i due a salire sul suo peschereccio e partirono per la pesca al merluzzo dorato.